Giovedì, 31 Agosto 2023 07:02

L' Ambasciatore Mauro Murgia e il ricordo della strage di Beslan  In evidenza

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Di Nicola Comparato Felino (PR) , 30 agosto 2023 -

La Rappresentanza italiana e l'Ambasciatore in Italia per la Repubblica dell'Ossezia del Sud, il Dottor Mauro Murgia, in questi giorni si sono recati a Beslan (che fa parte del distretto Pravoberezhny), in Ossezia del Nord (Federazione Russa) per ricordare la terribile strage di innocenti avvenuta nel 2004 ad opera di un gruppo armato di separatisti ceceni.

Insieme al Dr. Murgia, parteciperanno alla cerimonia Frayev Soslan Mikhailovich - Capo dell'entità comunale del distretto di Pravoberezhny, Tatrov Khariton Sergeevich - Capo dell'Amministrazione dell'autonomia locale dell'insediamento urbano di Beslan e l'associazione statale "Madri di Beslan", che rappresenta l'organizzazione delle famiglie di tutti coloro che sono stati coinvolti nel terribile atto terroristico del 1-3 settembre 2004. Già ad aprile di quest'anno, in Italia, nelle citta' di Pesaro, Gradara, Rovereto, piazza San Pietro, ed inoltre presso la Repubblica di San Marino (dove è presente un monumento dedicato ai bambini di Beslan), è stata ospitata una delegazione delle Madri insieme ad alcuni dei ragazzi sopravvissuti, per rinsaldare l'amicizia e la solidarieta' ma soprattutto il triste ricordo di quei terribili giorni. Infine, ultimo ma non ultimo, si aggiunge alla lista anche il sindaco socialista di Berceto (PR) Luigi Lucchi, (soprannominato "il sindaco combattente", per le sue innumerevoli battaglie ed iniziative, come ad esempio il conferimento della cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan, il riconoscimento della nazione Curda, il gemellaggio con i Lakota Sioux...) che seppur a distanza ha voluto esprimere sostegno, vicinanza e solidarietà alle vittime e ai sopravvissuti della strage. Il programma prevede una conferenza stampa il giorno 31 settembre con il sindaco e il presidente della provincia di Beslan, dove la rappresentanza italiana delle città di Gradara (la città dell'amore frazione di Pesaro-Urbino) e di Randazzo (Catania) insieme a tutti i rappresentanti dell'Ossezia del Sud in Italia, presenteranno degli importanti protocolli di amicizia internazionali. Una vera e propria dimostrazione di pace verso Beslan, che vede come obiettivo principale dell'Ambasciatore Mauro Murgia, quello di organizzare una visita in Italia la prossima primavera con i rappresentanti di Beslan in occasione del ventesimo anniversario della strage. Tra le città sicuramente invitate a partecipare il prossimo anno, l'Ambasciatore Murgia nei suoi vari discorsi, ha citato Bologna, Brescia e Milano, perché esattamente come Beslan, sono state tristi protagoniste di atti terroristici, ma come lui stesso ha sottolineato, anche tante altre città saranno invitate a questo gesto di pace unico nel suo genere. Anche Berceto in provincia di Parma, il comune di montagna più vicino al mare, con il suo Festival Internazionale dei Giovani ideato e gestito dal maestro dello sport Carlo Devoti, e l'università di Pesaro-Urbino, sono due grandi ambizioni dell'Ambasciatore Murgia per uno scambio culturale tra l'Italia e Beslan. Durante la cerimonia dei prossimi giorni, la ricorrenza vedrà la partecipazione del flauto di Monica Moroni dalla Repubblica di San Marino ed il pianoforte della cittadina osseta Zemfira Khestanova, che attraverso la loro musica, ricorderanno in due concerti organizzati dalla Rappresentanza dell'Ossezia del Sud in Italia il giorno 1 settembre a Beslan ed il 2 settembre a Vladikavkaz, la terribile strage di innocenti avvenuta 19 anni fa. 

 
LA STRAGE DI BESLAN 
 
Quella di Beslan è una strage avvenuta il giorno 1° settembre dell’anno 2004, presso la scuola Numero 1 di Beslan, una città dell’Ossezia del Nord parte della Federazione Russa. La scuola fu assaltata da un gruppo armato di oltre 30 terroristi, per la maggior parte separatisti ceceni (popolo del Caucaso protagonista di due guerre per l’indipendenza dalla Russia) e fondamentalisti islamici. I terroristi, muniti di passamontagna e cinture esplosive, occuparono l’intero edificio, sequestrando un migliaio di persone tra insegnanti, bambini e genitori che erano presenti per festeggiare l’inizio dell’anno scolastico. Le richieste dei terroristi (scambiati inizialmente per forze militari in esercitazione), giunti sul luogo a bordo di un furgone militare e di un furgone rubato in precedenza alla polizia, furono da subito chiare: il riconoscimento ufficiale della Repubblica di Cecenia, e il ritiro delle truppe russe dal loro territorio. I numerosi ostaggi furono subito ammassati nella palestra della scuola per tre giorni. Poco dopo i terroristi cominciarono a sparare per aria, provocando un grande caos, che permise ad una sessantina di presenti di scappare e allertare le forze dell’ordine. Molti degli ostaggi rimasti sotto il controllo del gruppo armato furono costretti ad assistere alle esecuzioni di amici e compagni di scuola. Tutto questo fino al giorno 3 settembre, quando le forze russe misero fine al massacro. Prima di tutto questo però ci furono anche scontri a fuoco tra i terroristi, gli agenti della polizia locale e un civile armato rimasto ucciso durante le sparatorie. Nonostante l’intervento dei russi però, a causa della disorganizzazione dovuta dal precipitarsi degli eventi, e l’utilizzo di lanciafiamme e granate da parte delle forze dell’ordine, durante l’azione di salvataggio rimasero uccisi più di 330 ostaggi, tra i quali 186 bambini, ovvero più della metà degli studenti. Il conto dei feriti fu di oltre 700 persone. Il presidente russo Vladimir Putin, fu oggetto di numerose critiche e polemiche per la scarsa considerazione delle misure di sicurezza adottate, data la presenza di tantissimi ostaggi perlopiù bambini. Durante l’operazione, tutti i terroristi rimasero uccisi, ad eccezione di un membro del gruppo armato di nome Nurpaša Kulaev, che fu in seguito condannato all’ergastolo. Molti di loro, nel bel mezzo degli scontri, si fecero esplodere insieme agli ostaggi, e molto probabilmente furono questi atti suicidi a provocare il successivo crollo del tetto della palestra e l’incendio in prossimità del locale. Alcuni giorni dopo questi fatti, il terrorista ceceno Shamil Basaev, colpevole di numerosi attentati in Cecenia e in Russia, rivendicò di essere il vero autore della strage di Beslan, affermando che l’obbiettivo del gruppo armato non fosse solamente incentrato sul nazionalismo e all’indipendenza della Cecenia, ma che avesse come scopo principale quello di stabilire un emirato islamico nel nord della regione del Caucaso. L’ex presidente separatista ceceno Aslan Maschadov prese le distanze dalle dichiarazioni di Shamil Basaev. Molti giornali all’epoca dei fatti, collegarono la strage di Beslan al braccio destro di Basaev, Mogamed Evloev, per le similitudini riscontrate tra la crisi dell’ospedale di Budnnovsk del 1995 e la Crisi del Teatro Dubrovka di Mosca dell’anno 2002. Il sopravvissuto Nurpaša Kulaev, dichiarò inoltre che lo scopo dell’operazione era di colpire genitori e figli appositamente per indignare i paesi confinanti al fine di scatenare una vera e propria guerra in tutta la regione del Caucaso. Qualunque siano state le motivazioni il risultato finale non cambia. Più di 300 persone innocenti persero la vita in quei tre maledetti giorni. Per questo motivo la strage di Beslan sarà per sempre una di quelle pagine di storia impossibili da dimenticare.
 
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